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"Stati affettivi intensi, di breve durata, che vengono attivati da stimoli esterni o interni e che possono manifestarsi attraverso specifiche espressioni del corpo"
Non esiste un giorno della vita in cui non proviamo una o più emozioni.
L’ intera esistenza è costellata da una miriade di emozioni che danno colore, vitalità ad ogni azione quotidiana. Esse rappresentano il motore della nostra vita, senza di esse non saremmo motivati al comportamento, nulla avrebbe senso intorno a noi e forse agiremmo come autonomi privi di stimoli e obiettivi.
La parola “emozione” deriva dal verbo latino “emovere” che significa trasportare fuori, rimuovere, scuotere.
È un input che percepiamo a livello fisico grazie ai neurotrasmettitori del cervello, al sistema nervoso collegato con il sistema muscolare che invia quell’informazione a tutto il corpo, sprigionando energia fisica.
Attraverso di essa mente e corpo ci informano su ciò che accade dentro e fuori di noi servendosi di sensazioni fisiche. Sua caratteristica peculiare è la temporaneità: è breve, momentanea, mai duratura.
Le emozioni fondamentali, quelle “universali” o “primarie” sono: paura, rabbia, tristezza, gioia, disgusto e sorpresa.
Circa un decennio fa ne sono state individuate ventisette, ognuna delle quali rappresenta una sfumatura emozionale risultato di emozioni miste: adorazione, apprezzamento estetico, divertimento, ansia, soggezione, imbarazzo, noia, calma, confusione, desiderio, disgusto, dolore empatico, estasi, invidia, eccitazione, paura, orrore, interessamento, nostalgia, amore, tristezza, soddisfazione, desiderio sessuale, simpatia e trionfo.
Immaginiamo il nostro cervello costituito da tre livelli, dal più basso al più alto.
Il livello più basso, la zona più antica, il “cervello rettiliano”, comune sia agli uomini che ai rettili, è deputato alla sopravvivenza. Un’area del cervello che si attiva nel momento in cui avvertiamo un pericolo imminente e in modo automatico, irrazionale e impulsivo, cerchiamo sicurezza e protezione.
Al livello successivo risiede il “cervello limbico o emotivo”, sede delle emozioni che si presentano intense e potenti, difficili da elaborare, gestire.
È quindi impossibile trovare una strategia adatta a risolvere una situazione.
Nell’ultimo livello, “la neocorteccia o cervello cognitivo” proprio dell’essere umano, risiede la materia grigia interna al cervello in cui sono trasmessi, da una zona all’altra del sistema nervoso centrale, tutti gli stimoli e gli impulsi. Proprio grazie ad essa sono possibili attività di soluzione di problemi, attività decisionali e riflessive.
Mediante le esperienze vissute riusciamo a memorizzare, elaborare ogni evento e ad autocontrollarci.
Siamo in grado di regolare le nostre emozioni con le funzioni intellettive più elevate, decidere quali emozioni provare, quando provarle e come farne esperienza attraverso pensieri e comportamenti con cui incanalare gli impulsi emotivi in maniera costruttiva e produttiva.
Possiamo essere riflessivi, non giudicanti, senza lasciarci trascinare dai vortici emotivi.
Ma attenzione, i nostri pensieri possono essere influenzati dalle emozioni: non è tanto un’emozione negativa a creare un danno piuttosto il modo in cui reagiamo a questa, entrando in un circolo vizioso in cui si cerca la causa del disagio o la soluzione al problema.
Ricerchiamo conferme nei nostri ricordi che rispecchino il nostro stato emotivo attuale, concentrando l’attenzione su dolori passati e timori futuri. Iniziano pensieri autocritici e giudicanti, sensi di colpa, recriminazioni che minano il senso di autostima e di fiducia in noi stessi.
Una possibilità per uscire dal dialogo continuo con i pensieri negativi e le emozioni che ne derivano è la “meditazione di consapevolezza” offerta dal metodo Mindfulness, un modo alternativo di relazionarsi con il mondo emotivo che offre l’opportunità di non reagire impulsivamente agli eventi.
Meditazione intesa come consapevolezza e accettazione delle emozioni così come si presentano, non cercando di controllarle, reprimerle o ridurle. Le emozioni sono fenomeni transitori da estinguere in tempi brevi: diminuiscono le negative ed aumentano le positive.
La Mindfulness intende distogliere l’attenzione dai pensieri negativi riportando alla consapevolezza del corpo che si risintonizza con la mente, divenendo un tutt’uno.
Arriviamo a comprendere che non siamo solo esseri pensanti ma possiamo essere consapevoli di pensare. Saremo più aperti mentalmente, più pazienti con noi stessi e con gli altri, liberandoci dallo stress, dall’ansia e dall’insoddisfazione perenne.
Mediante un programma costante di otto settimane si possono ottenere effetti positivi come l’aumento del livello di energia, di felicità e riduzione di stress psicofisico. Provare empatia, compassione e gentilezza amorevole verso noi stessi con enormi benefici sul benessere, sulla salute fisica riducendo l’isolamento, maggiore entusiasmo per la vita e riduzione di sintomi quali debolezza fisica, mal di testa, dolori al petto e problemi gastroesofagei.
Diventiamo buoni amici di noi stessi.
I risultati sono garantiti, provare per credere!
Dott.ssa Cristiana Rende
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