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Immagine del redattoreDott.ssa Graziella Madeo

L'innovazione per il benessere del cervello

Aggiornamento: 2 gen


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Immaginate di trovarvi davanti a una mappa, piena di percorsi inesplorati. Ad ogni bivio, nuove scoperte scientifiche aprono orizzonti per migliorare la qualità della vita di milioni di persone.

Questa mappa è il nostro cervello, e le vie da percorrere per proteggerlo e curarlo sono il cuore pulsante di una sfida che riguarda ognuno di noi.

È con questa immagine che possiamo iniziare a raccontare il viaggio compiuto al Congresso Nazionale su Salute Mentale e Neuroscienze, tenutosi a Roma il 23 novembre 2024. 

L’evento non è stato solo un momento di aggiornamento ma un vero e proprio trampolino di lancio per un nuovo approccio alle cure neurologiche e psichiatriche, segnato da tecnologie rivoluzionarie, collaborazioni interdisciplinari e l’ambiziosa nascita di ISNeT (Italian Society of Non-Invasive Neuromodulation and Neurotechnology).


IL CERVELLO SOTTO PRESSIONE

In Italia, le patologie neurologiche rappresentano la principale causa di disabilità e la seconda causa di mortalità, con proiezioni che delineano un futuro allarmante. Si prevede che il numero di persone affette da demenza raddoppierà entro il 2050, passando dagli attuali 1,4 milioni a oltre 3 milioni.


Questa crescita non è solo un problema sanitario ma anche un’enorme sfida sociale ed economica. Nel caso della malattia di Parkinson, l’aumento dei casi potrebbe comportare un costo sanitario insostenibile, aggravato dall’invecchiamento della popolazione. Il peso delle patologie psichiatriche non è da meno. La depressione maggiore, che già colpisce 7,5 milioni di italiani, potrebbe crescere ulteriormente con l’aumento delle condizioni di stress cronico e di isolamento sociale, accentuate dalla recente pandemia.


Analogamente, i disturbi d’ansia, già diffusi tra il 5% della popolazione, rischiano di diventare la norma per intere fasce di giovani, compromettendo il loro benessere a lungo termine. Circa 3 milioni di persone, soprattutto adolescenti e giovani adulti, convivono con disturbi del comportamento alimentare. I giovani rappresentano di sicuro la fascia più vulnerabile della popolazione, dove, secondo l’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS), il suicidio è la terza causa di morte tra i 15 e i 29 anni.


Le conseguenze del mancato intervento sulle condizioni di salute mentale negli adolescenti si riflettono inevitabilmente nell’età adulta, compromettendo sia la salute fisica che quella mentale e limitando le opportunità di condurre una vita piena e soddisfacente. Affrontare tempestivamente questi problemi è fondamentale non solo per ridurre il rischio di eventi tragici, ma anche per prevenire il deterioramento della qualità della vita a lungo termine.


Questi dati suggeriscono che intervenire tempestivamente con strategie di prevenzione e innovazione terapeutica non è più un’opzione, ma una necessità. Tecnologie come la neuromodulazione e le terapie digitali offrono una luce di speranza in questo scenario complesso.

NUOVE FRONTIERE: LA NEUROMODULAZIONE NON-INVASIVA

In questo scenario, le innovazioni presentate al Congresso Nazionale su Salute Mentale e Neuroscienze tracciano nuove rotte per affrontare le sfide della salute cerebrale con approcci integrati e multidisciplinari.

L’innovazione tecnologica sta, infatti, trasformando radicalmente l’approccio alle patologie neurologiche e psichiatriche.

Nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche offrono opportunità senza precedenti per migliorare la qualità della vita delle persone.

Tra queste, la neuromodulazione non invasiva si sta affermando come uno degli strumenti più promettenti per affrontare un’ampia gamma di disturbi neurologici e psichiatrici, grazie alla sua capacità di agire direttamente sui circuiti cerebrali coinvolti nelle patologie.

Le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva, come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), sono state tra i protagonisti del congresso romano, affermandosi come un pilastro emergente nell’innovazione terapeutica in neurologia e psichiatria.

Durante l’evento, diversi studi clinici hanno messo in luce la loro efficacia nel trattamento di numerosi disturbi, tra cui depressione, ansia, disordini del neurosviluppo nei bambini e negli adolescenti, e deficit del campo visivo.


Serve creare un piano concreto come comunità clinico-scientifica per diffondere la TMS come parte integrante dei trattamenti a livello pubblico, come già accade in Valle d’Aosta, Veneto e Sicilia”, ha spiegato Antonello Bonci, Fondatore GIA Miami, USA e Direttore Scientifico Brain&Care Group, Rimini, Miami, Presidente della Brain&Care Research Foundation.


L’utilizzo delle tecniche di neuromodulazione permette, infatti, di attuare strategie per la personalizzazione degli interventi terapeutici così da massimizzarne i benefici: un processo messo in atto per la cura di patologie croniche, dell'Alzheimer e del Parkinson, ma anche per la cura delle dipendenze o della fatigue, il deterioramento da sovraccarico di fatica che diventa patologico quando non scompare con il riposo.

L’adozione della TMS nei protocolli di salute pubblica potrebbe rappresentare un punto di svolta, rendendo accessibili trattamenti personalizzati a un numero sempre maggiore di pazienti.


Le tecniche di neuromodulazione non-invasiva, come la TMS, rappresentano oggi una rivoluzione silenziosa, integrando scienza e umanità. Non si tratta solo di una terapia, ma di un nuovo paradigma che punta a migliorare la qualità della vita delle persone con un approccio olistico e personalizzato.


A questo si collega la nascita della Italian Society of Non-invasive Neuromodulation and Neurotechnology (ISNeT), una nuova società scientifica che punta a creare un ponte tra discipline diverse. ISNeT si propone come una risposta concreta alla necessità di coniugare neurologia, psichiatria e tecnologia, favorendo la creazione di protocolli condivisi e promuovendo un approccio olistico alle cure.


Questa nuova società scientifica mira a coordinare gli sforzi di ricerca e pratica clinica nel campo della neuromodulazione non invasiva, rafforzando la collaborazione interdisciplinare e aprendo la strada a soluzioni innovative per le sfide della salute mentale e neurologica.


LE TERAPIE DIGITALI: SOFTWARE CHE CURANO

Le terapie digitali sono una delle novità più promettenti per migliorare la salute mentale e neurologica. Si tratta di strumenti tecnologici, come app e software, che non si limitano a monitorare i pazienti, ma li aiutano attivamente a gestire patologie croniche e complesse, offrendo soluzioni su misura e facili da usare.

Un grande vantaggio di queste terapie è la loro capacità di superare le difficoltà nel seguire i pazienti con malattie croniche. Per esempio, chi soffre di depressione resistente o di malattie neurodegenerative spesso ha bisogno di controlli regolari, ma il sistema sanitario non sempre riesce a garantire un’assistenza continua.


Le terapie digitali permettono di seguire il paziente costantemente, migliorando la comunicazione tra medici e specialisti e offrendo un supporto più efficace.

Questi strumenti aiutano anche i pazienti a seguire meglio le cure prescritte. Spesso le persone abbandonano le terapie tradizionali perché le trovano troppo complicate o non ne comprendono appieno l’importanza. Grazie a promemoria e notifiche personalizzate, le applicazioni digitali rendono più facile seguire il trattamento, migliorando i risultati per la salute. Inoltre, le terapie digitali possono raccogliere dati preziosi sulla salute dei pazienti. Analizzando queste informazioni, i medici possono prevenire complicazioni, migliorare i trattamenti esistenti e creare nuove strategie di cura.


Non si tratta solo di una nuova modalità di cura, ma di un vero cambiamento nel modo in cui vediamo la gestione delle malattie croniche. Con l’uso delle terapie digitali, il sistema sanitario potrebbe diventare più semplice, efficiente e focalizzato sui bisogni reali dei pazienti.


UNA VISIONE PER IL FUTURO E UN APPELLO ALLA COLLABORAZIONE

Il Congresso Nazionale su Salute Mentale e Neuroscienze ha lanciato un messaggio chiaro e incisivo: è arrivato il momento di agire.

L’innovazione terapeutica non può prescindere dalla collaborazione di tutti, dai ricercatori agli operatori sanitari, dai decisori politici fino ai pazienti stessi.

Per costruire un Sistema Sanitario che non si limiti a curare le malattie, ma che promuova il benessere del cervello come pilastro della salute globale, è necessario un impegno collettivo e costante.


Su questa strada la Brain&Care Research Foundation si distingue per il suo impegno nel sostenere una visione innovativa della salute cerebrale, in linea con gli obiettivi definiti dalla Brain Health Mission dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questo approccio mira a integrare scienza, tecnologia e collaborazioni interdisciplinari per migliorare la qualità della vita attraverso la prevenzione, il trattamento e la riabilitazione delle malattie neurologiche e psichiatriche.


Inoltre, grazie a iniziative come ISNeT stanno emergendo reti collaborative capaci di trasformare le scoperte scientifiche in protocolli clinici condivisi, rendendo l’accesso alle cure innovative una realtà sempre più concreta.

Questo approccio integrato non solo risponde alle sfide attuali, ma pone le basi per un futuro in cui la tecnologia e la scienza lavorano insieme per migliorare la qualità della vita.

Il futuro della salute cerebrale è nelle nostre mani e richiede la costruzione di una rete di collaborazione tra professionisti, istituzioni e cittadini. Ognuno di noi ha un ruolo da giocare in questo percorso di cambiamento. Il viaggio è appena iniziato, e insieme possiamo tracciare una mappa verso una società più sana e consapevole.



Dott.ssa Graziella Madeo




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