top of page

Il mal di schiena

Immagine del redattore: Dott.ssa Simona RepettoDott.ssa Simona Repetto

I consigli del chinesiologo



Ascolta il Podcast dell'articolo


Il mal di schiena è molto comune nella maggior parte delle persone. 

Sebbene il dolore sia un’esperienza soggettiva ed individuale, è sicuramente limitante nelle attività comuni e, a seconda della durata, si distinguono due tipi di dolore: acuto e cronico.

Il dolore di tipo acuto è di durata breve, solitamente si parla di settimane fino ad un mese; invece il dolore di tipo cronico è una condizione permanente che perdura almeno 3 mesi.

La nostra schiena, o meglio, la nostra colonna vertebrale o rachide, è soggetta a molte sollecitazioni quotidiane ma è strutturata in modo ottimale per garantirne il suo funzionamento.

La colonna vertebrale è una struttura di sostegno del tronco ed è costituita da 33/34 ossa e, a seconda della regione occupata, si suddividono in: 7 vertebre cervicali, 12 vertebre toraciche, 5 vertebre lombari, 5 vertebre sacrali fuse a formare il sacro ed infine 3-5 vertebre coccigee.


Ci sono quattro curvature: due a convessità anteriore (lordosi), cervicale e sacrale, due a

convessità posteriore (cifosi), toracica e sacrale e servono da ammortizzatore delle pressioni e sollecitazioni a cui essa è sottoposta.

Sono, appunto, fisiologiche pertanto importantissime e una eventuale loro modifica può essere già essa causa di dolore vertebrale.


Oltre il 95% dei pazienti soffre di dolore nella regione lombare ed è un fenomeno che interessa tutti, uomini e donne, in ugual misura, e che comporta conseguenze individuali, sociali ed economiche.

La lombalgia può manifestarsi sotto diverse forme: degenerativa, reumatica, oppure generarsi dopo sforzi continui.

Essa può  essere anche causata da sollecitazioni eccessive, da atteggiamenti sbagliati di postura forzata e prolungata.

Detto ciò, possiamo già comprendere come sia totalmente sbagliato per la salute della colonna vertebrale l'assenza di stimoli allenanti, come già è evidente per il tessuto osseo e

muscolare.


Il mal di schiena è un disturbo estremamente frequente ma allo stesso tempo, una volta sopraggiunto il dolore, si sta fermi giorni o settimane a riposo forzato, per paura di peggiorare le cose, cosa che poi avviene di fatto.

Solitamente, la persona colta da mal di schiena si preoccupa molto perché  il dolore è forte e impedisce i movimenti, magari era anche la prima volta che capitava.


Tempo fa, quando si andava da un medico di base per una prima valutazione, la prima cosa che veniva richiesta era un approfondimento radiologico, ma molti referti radiografici sono di fatto occasionali e spesso non hanno un grande significato clinico e nella maggior parte dei casi un mal di schiena acuto si risolve quasi sempre spontaneamente.


I principali fattori di rischio legati alle abitudini sono:

il fumo, ad esempio, che rende più difficile la circolazione sanguigna comportando irrigidimenti muscolari e dolori che predispongono a malattie muscolo-scheletriche;

la scarsa attività fisica;

la dieta povera di nutrienti;

il sovrappeso e l'obesità che sovraccaricano inutilmente le varie componenti muscolari.

Da ricordare anche fattori di rischio psicosociali come lo stress, l’ansia e la depressione che alterano la postura provocando una scorretta distribuzione del carico del proprio peso sia nella camminata che nella stazione eretta.


L'errore più grande che possiamo fare è quello di abusare dei farmaci (che dovrebbero essere assunti solo in fase acuta nelle prime ore o giorni dall'evento scatenante!) con l'illusione che il mal di schiena possa essere risolto così.

Solitamente viene proposto il paracetamolo al dosaggio di 2-4 grammi ripartiti nelle 24 ore, oppure antinfiammatori non-steroidei (FANS).

Al giorno d'oggi, risulta ancora difficile far comprendere ai pazienti che il farmaco cura il sintomo e mai la causa...

I dolori vertebrali beneficiano del movimento, e nello stesso tempo il movimento evita l’indebolimento precoce della muscolatura. Il riposo sembra sia l'unica soluzione al dolore, ma allo stesso tempo impedisce di innescare tutti quei processi benefici che permettono al corpo di ripararsi, in modo del tutto naturale,  attraverso la produzione di messaggeri chimici.


Molti non sanno che c'è una stretta correlazione tra addominali e lombalgia. Avere muscoli addominali deboli, in termini di forza ed equilibrio del tono muscolare, comporta un'alta probabilità di incorrere nel mal di schiena. Inoltre, il dolore cronico nel tratto lombare, porta ad un indebolimento della muscolatura lombare peggiorando la condizione.


L’esercizio fisico adattato alla patologia dovrà essere prescritto dal Chinesiologo Professionista ed avrà funzione terapeutica. I movimenti saranno vari, dinamici, di singole parti o di tutto il corpo.

Ancora una volta si dimostra efficace l'esercizio fisico clinico e personalizzato per i disturbi più comuni.



Dott.ssa Simona Repetto

Comments


bottom of page